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Dal cioccolato all’arte

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La (ri)scoperta della Fabbrica Cima Norma
Con le classi delle scuole elementari di Gorduno
Idea
Il fondamento del progetto è la (ri)scoperta di un luogo, come lo può essere la Valle di
Blenio, che nonostante sia conosciuta come la Valle del Sole, non tutti l’hanno vissuta;
ma anche come complesso identificativo, storico e personale, di coloro che oltre un
secolo fa ci hanno lavorato.
Spesso le nostre Valli vengono lasciate a loro stesse, abbandonate e dimenticate, ma la
gente deve lottare, con mezzi concreti e azioni che rimangono incise nella mente e
nella storia, per questo motivo lo scopo e la voglia di proteggere e mantenere il
patrimonio archeologico, industriale e culturale della Cima Norma, fa si che viene
promosso uno spazio per esprimere tutte le espressione artistiche.
Ecco perché vorrei coinvolgere le scuole del bellinzonese e non direttamente quelle
della valle, in modo tale da portare i ragazzi in una realtà a loro poco conosciuta e
scoprire un pezzo di storia che ha reso la Fabbrica un punto nevralgico la nostra valle
alpina.
Foreignness (estraneo) è la tematica di sottofondo di tutta la struttura, quindi le attività
ed il filo conduttore dell’intero progetto si baserà, se possibile, su questo pensiero.
Dunque il tutto si snoderà fra l’estraneo, la fabbrica e l’arte, una mescolanza di
apparati che i bambini, con il mio aiuto e quello dei docenti, dovranno elaborare ed
interpretare.
Interessante sarebbe riuscire a coinvolgere le persone indigene che a loro tempo
avevano lavorato all’interno delle mura della Fabbrica di Cioccolato, e farli interagire
con i bambini delle scuole. Tra illustrazioni, scarabocchi, frasi scritte e storie
raccontate e piccole opere d’arte. Il tutto documentato da ogni allievo, all’interno dei
loro carnet, e alla fine il tutto verrà rilegato in un libro. Come testimonianza di un
progetto, dell’interazione di generazioni diverse tra loro, ma che alla fine si sono
ritrovate in un luogo comune.
Durante l’anno scolastico i bambini impareranno un po’ di storia della Valle, in
particolar modo annessa alla vita della Fabbrica, sapranno collocare il luogo in una
specifica zona geografica e metteranno in pratica i loro sensi, le emozioni e la loro
creatività e manualità. Il progetto per loro concerne una multidisciplinarità di
materie, mentre per la ex fabbrica sarà una nuova testimonianza di una generazione
di giovani.
I ragazzi hanno visto come vari artisti interpretano l’arte e creano la loro arte.
Ogni artista ha un messaggio che lascia con la propria esposizione e con i mezzi che
hanno i ragazzi, hanno cercato di capire e e dare una loro interpretazione.
Attraverso questi incontri ho così potuto mettere in atto la mia parte creativa,
incentrata sul disegno. Avendo come filo conduttore l’estraneo, li ho messi a confronto
con loro stessi. Copiando il proprio ritratto attraverso, primo uno specchio, mentre
fanno una facciaccia. Noi siamo anche questo, non solo pose calcolate per gli scatti
fotografici ed i selfie. Il secondo lavoro invece ha coinvolto un po’ di più la conoscenza
di noi stessi. Abbiamo diversi volti, diverse sfaccettature e quindi la cosa interessante è
riuscire a ritrarle.
Io e l’estraneo, l’estraneo e me. Due entità che vanno a braccetto.

 

Descrizione mostra
Siamo la 4 e la 5 elementare di Gorduno, la nostra mostra parla di NOI E… la nostra spremuta di
creatività. È un’invito alla riflessione su noi stessi e sugli altri.
Il primo input lo abbiamo avuto con Lisa, infatti è stata lei ad averci chiamati per esporci la sua idea
iniziale di progetto che noi abbiamo chiamato: PROGETTO LISA. Progetto che poi è maturato,
evolvendosi e diventando quello che ora avete di fronte agli occhi.
Il filo conduttore che ci ha portato alla realizzazione di questa mostra è stata l’esposizione intitolata
FOREIGNNESS (neologismo che sta per estraneità). Da ciò siamo partiti alla scoperta di noi stessi
e degli altri. Perché è solo capendo gli altri che riusciamo a comprendere noi stessi, o una piccola
parte di noi.
Ognuno di noi ha la propria lanterna con la lettera iniziale del proprio nome. Personalizzate a
nostro piacimento. Da questa, parte un filo di lana che va ad intrecciarsi con gli altri, perché tutti
noi siamo collegati o creiamo collegamenti, infatti anche voi (pubblico) avete il vostro filo con cui
tracciare un collegamento. Il nostro progetto non è solo fine a se stesso, ma è stato pensato da
poter interagire con tutti.
Per rendere possibile la nostra espressività abbiamo utilizzato diversi canali, dalla fotografia, al
mosaico, ai testi (partendo da Merini e poi rendendoli nostri usando parole nostre), il disegno, il
graffito e le arti plastiche.
Ci sono i nostri “legni parlanti”, perché a noi le cose parlano. Basta rimanere in silenzio, osservare,
e anche un mattone può interloquire con voi. Provateci. Rimarrete sorpresi dalla quantità di nozioni
che le cose che ci circondano hanno da dire.
Se guardate attentamente, magari da un punto di vista poco usuale, noterete una cosa. Alzatevi,
ancora un pochino. Usate le scale che abbiamo disposto. Cosa vedete?
Un volto.
Esatto.
Tutto il progetto è incentrato sul volto, su noi, su voi, sul diverso e l’estraneo. Anche perché pur
vivendo 100 anni non sempre ci si conosce fino in fondo.
Perciò è con la nostra semplicità e il duro lavoro di un anno intero che vi lasciamo questa parte di
noi.