Lisa Pasteris. Novembre 2016.
Alla Fabbrica Cima Norma, a Torre.
Il caffé l’ho preso, la felpa pesante pure, taccuino, chiavi della macchina, matite, scarpe ai piedi. Ok, posso partire. Mi dirigo verso la Valle di Blenio, la temperatura segnalata sul cruscotto della macchina, mi avvisa che fa freddo. Infatti ho qualche pinguino che mi balla sul sedile posteriore. Arrivo in Fabbrica e i bimbi stanno pranzando. Aspettiamo assieme l’arrivo degli ex-lavoratori (contentissimi di essere stati chiamati, un’occasione per loro di rivedere gli spazi in cui avevano lavorato). Alle 13.25 esco dallo stabile e vado loro incontro. Li ho recuperati all’interno del piccolo atrio alla porta d’ingresso che usavano loro quando lavoravano (nemmeno sapevo che fosse quella l’entrata). Li faccio entrare attraverso un’altra porta e la loro prima reazione è stata di stupore. Non si aspettavano un cambiamento così radicale. Nessun macchinario, pulito, imbiancato, con pannelli espositivi appesi alle pareti e scale che nemmeno esistevano.
I bimbi si mettono in fila per stringere la mano a tutti e 4 gli anziani e una volta che tutti hanno preso posto sulla sedia, hanno chiesto gentilmente i nomi agli Ex-lavoratori. Primo Brunetti, Francesca Rigozzi, Anita Rodesino e Isolina Devittori. Da questo momento è stato un continuo scambio di vita vissuta, domande, spiegazioni e curiosità. Abbiamo fatto il giro della Fabbrica in compagnia dei nostri 4 interlocutori. Mentre parlano, vedevo nei loro occhi le immagini di un tempo, come se stessero rivivendo quei momenti. Sono qui, ma con i pensieri sono ad allora. Ci spiegano come veniva fabbricato il cioccolato, le varie macchine presenti nello stabilimento, le mansioni svolte da loro e dagli altri lavoratori. I bambini sono rapiti dai loro racconti.
Tornati nella grande sala del “ristoro”, ci sediamo tutti composti e srotoliamo la nostra lunga pergamena fitta di domande. Vogliamo proprio sapere tutto sulla vita in Fabbrica, le emozioni ed i pensieri dei singoli individui e aneddoti bizzarri.
È tutto molto intenso, conviviale, con qualche parola in Dialett, scappata in una frase e l’altra da parte degli anziani. Disponibili, hanno risposto a tutte le domande che i ragazzi hanno posto. Semplicemente.
Il tempo stringe. Saluto i ragazzi, Giuseppe e Jasmine. Accompagno all’uscita gli anziani e dopo averli ringraziati e salutati, mi dirigo verso la mia super astro-macchina. Al prossimo incontro, che si terrà il 13 dicembre 2016 in aula a Gorduno.