Nel villaggio di Torre (800 m. slm) la tradizione cioccolatiera risale al XIX secolo, quando si emigrava per svolgere la professione del cioccolatiere, fino a fondare delle fabbriche di cioccolato all’estero. È il caso della famiglia Maestrani a Lucerna e a San Gallo, e della famiglia Cima a Nizza e a Milano.
Nel 1882 tra i paesi di Dangio e Torre fu fondato il birrificio “San Salvatore”, rilevato dopo pochi anni da “Birra Bellinzona”.
Nel 1903 si costruì una centrale elettrica per illuminare i paesi circostanti e i fratelli Cima, provenienti da Nizza, fondarono la fabbrica di cioccolato “Cima”.
Nel 1908 la fabbrica venne distrutta da un nubifragio che fece ingrossare il fiume Soja, ma i fratelli Cima ricostruirono, con l’aiuto di Giuseppe Pagani, proprietario del ristorante Pagani’s di Londra, frequentato da artisti e politici del tempo. La fabbrica acquistò gli stabili del birrificio “San Salvatore”; nel 1913 Giuseppe Pagani divenne proprietario della Cima, e nel 1914 acquisì anche la fabbrica di cioccolato “Norma” di Zurigo.
Nel 1915 un incendio scoppiò nel reparto di tostatura del cacao, danneggiando anche altre parti della fabbrica, ma Giuseppe Pagani ricostruì e ampliò la fabbrica. La Cima Norma produceva cioccolato a marchio proprio e per alcuni importanti clienti, crescendo continuamente.
Nel 1939, dopo la morte di Giuseppe Pagani, i direttori della fabbrica divennero i suoi generi Francesco Antognini e Luigi Ferrazzini.
Nel dopoguerra la crescita della Cima Norma continuò, fino a raggiungere l’apice negli anni 50-60, quando produceva 1500 tonnellate annue di cioccolato e impiegava 340 tra operai e impiegati. In quegli anni la direzione rinnovò la fabbrica acquistando macchinari rivoluzionari per i tempi, come la “Cavemille” o l’ “Automolda”, che dal cioccolato liquido ricavava tavolette pronte.
A metà degli anni ’60 la concorrenza crebbe e il cliente principale della Cima Norma tagliò i rapporti con la fabbrica; nonostante la ricerca di nuovi clienti, la produzione cessò nel 1968 e la Cima Norma chiuse. Macchinari e materie prime furono venduti, mentre i locali vennero adibiti dapprima ad accantonamenti militari, e successivamente messi a disposizione per attività artigianali e costruzione di loft.
La Cima Norma SA si trasformò quindi in società immobiliare e nel 2009 il pacchetto di maggioranza venne acquisito dai coniugi Marino e Maria José Venturini.
Nel 2015 l’immobile principale venne trasformato in un condominio di 14 PPP.
Nel 2016 la proprietà delle parti di Condominio Cima Norma venne ceduta all’attuale gruppo promotore che, aderendo alle indicazioni del Master Plan della Valle di Blenio, già fatte proprie dai signori Venturini, promosse la donazione di quasi la metà delle superfici utili dello stabile alla costituenda Fondazione La Fabbrica del Cioccolato, da destinarsi a scopo culturale
Fonte: Michael Schindhelm / Giulio Margheri
La Cima Norma tra il 1882 e il 2009 (pdf)