Nelle opere di Simon Berz, c’è un esame estetico diretto del rapporto tra natura e percezione umana.
Pietra, acqua, vento, calore e tempo sono gli elementi di base che appaiono ripetutamente nelle opere e che egli pone in relazione alla percezione umana. Il pensiero e il lavoro transdisciplinare di Simon Berz si manifesta dolcemente e discretamente. Nel suono, sia nelle opere pittoriche, il potere della natura è al centro. Nella sua delicatezza o brutalità Berz cerca espressioni estetiche. Proverbi o statistiche (come il consumo di acqua) ispirano interventi o manipolazioni di fenomeni naturali e riflettono “l’essere umano” poeticamente, scherzosamente o sobriamente nel fenomeno naturale.
Simon Berz dice di sé: Il mio lavoro è energia. In natura, in dialogo con le persone. Lo sviluppo di strumenti, installazioni di sound art, performance, linguaggi e metodi mi pervadono. Si basa sull’ascolto e l’osservazione, sulla ricerca del suono e dei materiali, sull’implementazione di formati sperimentali e sulla loro mediazione estetica. Negli spazi aperti, negli spazi pubblici, nei club, nelle gallerie o nelle sale da concerto. I miei lavori transdisciplinari in musica sperimentale e improvvisata, sound art e nuove forme di performance mirano all’innovazione, all’interazione e alla partecipazione.
DRIP (2011)
Pietre, bottiglie per animali domestici, set per infusione
TROPFSAND (2019)
Sabbia, carta
“Le devastazioni del tempo” (2018)
Stein, D.I.Y. Sequencer (Ralf Schreiber), amplificatore
“Drop on a hot stone” (2019)
Piano cottura, pietra, set per infusione, bottiglia per animali domestici
STONE TIME (2015)
Giradischi, pietra
STONE ed EBBE (2015)
Video lavoro Snæfellsjökull Islanda
SIMON BERZ
Batterista, artista del suono, titolare della scuola di musica Badabum di Zugo, è nato il 26 gennaio 1967 a Baden (CH)
Solo, o con altri musicisti, formazioni, artisti e studenti di percussioni della sua scuola di musica, si esibisce in Svizzera e all’estero: Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti, Cuba, l’Islanda, Turchia ed Europa.
Lavora in musica sperimentale e improvvisata, sound art e in nuove forme di performance volte all’innovazione, all’interazione e alla partecipazione. A partire da improvvisazioni musicali, crea ponti per l’arte visiva, la danza, il cinema. Le sue opere sono di casa tanto negli spazi vuoti che negli spazi pubblici, nei club, nelle gallerie o nelle sale da concerto. Lo sviluppo di strumenti, installazioni sonore e spettacoli lo ha occupato fin dalla sua giovinezza. La sua creazione artistica si basa sull’ascolto e l’osservazione, sulla ricerca del suono e dei materiali, sulla conversione dei formati sperimentali e sulla loro mediazione estetica. Oltre a sviluppare il proprio linguaggio ritmico e tonale, utilizzando la batteria manipolata elettroacusticamente “Rocking Desk”, Simon Berz ha sviluppato il “Lithophone”. Si tratta di suoni che elettronicamente amplificano e alienano i suoni prodotti da gocce che scaturiscono da sacche per infusione. A tale scopo, costruisce i propri strumenti da oggetti e reperti di ogni giorno dalla natura, che introduce in nuovi modi di suono.
Simon Berz ha progettato installazioni sonore che si concentrano su fenomeni come la risonanza e il feedback in collaborazione con fabbricanti di strumenti, tecnici e scienziati. Come interagire con ghiaccio, acqua, pietra, l’aria, il vento e il fuoco? Cos’è la risonanza – tecnicamente, ma anche psicologicamente ed energeticamente? L’artista del suono cerca modi per rendere i campi di energia umana esperienziali.
La performance nella città di Zugo, nell’agosto 2017, con la Kofferorchestra e 30 rifugiati, mostra come l’arte esige creatività nel presente. Accettare l’incertezza attraverso l’ascolto – Osservare – L’intervento coinvolge artisti, i presenti, le parti interessate e il pubblico.
Simon Berz compone paesaggi sonori e musicali per il cinema e il teatro. L’IOICs Improvvisazione Orchestra, sotto la sua direzione, ha portato tre film muti al Filmpodium di Zurigo e per la prima volta allo spin-off del Festival di Locarno. Altre esibizioni sono seguite a Pechino, Shanghai e all’Art Basel di Hong Kong.
Simon Berz progettando installazioni sonore che si concentrano su fenomeni come la risonanza e l’eco, in collaborazione con costruttori di strumenti, tecnici e scienziati, si è chiesto come interagire con il ghiaccio, l’acqua, la pietra, l’aria, il vento o il fuoco. Che cosa percepiscono le persone? Cos’è la risonanza – tecnicamente, ma anche psicologicamente ed energeticamente? L’artista del suono cerca modi per rendere i campi di energia umana esperienziali e interagenti con la sonorità di una pietra. È ‘la “rete” di curiosità acustica e la loro realizzazione tecnica in interazione con il contesto circostante, trasformato ed esteticamente trasportato – in natura, nella società – ciò che solletica Simon Berz. Oltre al materiale sonoro è lo spazio in cui l’arte e il suono si manifestano a interessarlo – sia esso un negozio di tessuti nella Langstrasse di Zurigo, il paesaggio vulcanico islandese, o il villaggio grigionese di Peiden. La musica improvvisata è per gli stati instabili di Simon Berz incertezza, tensione.